Spesso, arrivando al campo, il primo che vedevi con cui scambiare un saluto era Luigi. Un saluto e qualche parola, non molte, non c’era bisogno di lunghi discorsi. Lui era presente, a sistemare, pulire, preparare. Nella nostra Club House, tirata sempre a lucido. Niente scarpe sporche, niente borse. Regole uguali per tutti, per Luigi che tu avessi 5 o 50 anni non faceva differenza. Rugbista fatto e finito, con un cuore enorme, capace di discutere con qualche adulto che “interpretava” le regole del conviver comune e di fare un sorrisone ai bambini che neppure arrivavano al bancone per chiedere una coca cola.
Ci ha salutati, un’ultima volta.
Arrivederci Luigi.