Sono già una ventina. E sono proprio convinte! Le Rhottweilers ormai sono in campo tutti i lunedì sera con una voglia di giocare e divertirsi notevole. E quando vivi una nuova esperienza, intensa e appagante, ti vien voglia di condividere.
Qua di seguito pubblichiamo due scritti delle nostre Rhott, che hanno deciso di raccontare come vivono il campo, il gruppo, la palla strana.
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MANNAGGIA AL RUGBY!
Il rugby è uno sport subdolo. Succede che tu, che lo sport di fondo lo schifi perché hai quella pigrizia strana che ti fa fare settemilacinquecento cose insieme ma nessuna che produca sudore, porti tuo figlio a fare una prova. Per caso. Che tanto uno sport dove si menano così mica gli piacerà. Ha la testa dura ed è convinto di provare, tanto tu mamma cos’hai da fare di sabato mattina? E così ci trascini anche il primogenito, che non ne vuole sapere. Solo che poi quello che voleva provare decide che tanto lui farà basket, il rugby carino, ma anche no, mentre l’altro, quello che hai dovuto obbligare a giocare, esce con uno sguardo strano e ti dice che è bellissimo e che si, è proprio questo che vuole fare. Pensi “Va beh. Mica sarà così impegnativo.”.
Dicevamo che il rugby, appunto, è subdolo. Perché poi tu, quegli allenamenti al gelo a vederlo fare non sai bene cosa, non è che proprio li adori, ma stai li per amore del tuo primogenito che tanto ci tiene.
Poi scopri La Club House e quella mitica parte del gioco che chiamano terzo tempo – ma mica era del basket? E lì trovi altri genitori intirizziti che ti spiegano un po’ come funziona tra una birretta e l’altra. Passano i mesi e scopri che sto terzo tempo mica è tanto male perché mentre tuo figlio fa squadra, anche tu ti ritrovi a fare squadra, con gli altri genitori.
Ormai sei tu che vuoi andare al campo. Ti ci fermi ben volentieri, ben più del dovuto e ci rimani quasi male se per una qualche ragione tuo figlio non si allena. I weekend ormai sono dedicati a quel campo e a quella palla.
Poi un giorno, dato che Lui, il rugby, è subdolo, ti dicono “Dai vieni in campo così capisci cosa fa tuo figlio”. Tu, mica troppo convinta, ti togli di dosso la polvere di 20 anni di divano e ci vai, sul campo. Mentre corri, verificando se per caso uno dei tuoi polmoni è rimasto sul prato, scopri che quella palla strana, di quella forma sbagliata, non è mica tanto male, anche se non rimbalza come quelle giuste e la devi passare solo all’indietro. Ma se va indietro io alla meta come ci arrivo?
La “subdolaggine” del rugby è tale che intanto il tuo compagno, che all’inizio era molto più che scettico, inizia ad allenarsi, a tradimento, con gli OLD. “Ma si dai, papà, venite a provare con i vecchi giocatori”. Ti domandi: “Ma scusa, eh, perché lui si e io no?”. Inizi a rompere le scatole a tutti: “Perché non facciamo anche noi una squadra femminile?”.
Così succede che qualcuna, pazza almeno quanto te, dice che si può provare. Che altre venti pazze, una in più ogni settimana, a quegli allenamenti iniziati quasi per caso ci vengono. Perseverano nel venirci, ogni lunedì, alla faccia di chi le prende in giro perché sono mamme, magari fuori forma, magari un po’ mature, magari sono di quelle che lo sport nella vita non lo hanno mai fatto e “Scommetto che quando farà freddo agli allenamenti non ci andrai più’.”
Il rugby è così. È uno sport subdolo. Visto da fuori sembrano tutti matti, tutto così violento, al freddo, sotto la pioggia, ‘na fatica. Ma quando ci arrivi per caso mica te lo dicono, prima, che quando metti le scarpette e ricevi quella palla con intorno le tue compagne di squadra, non vorresti essere da nessun’altra parte.
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MA CHE SODDISFAZIONE!
Volevo raccontarvi come sto vivendo questi allenamenti e tutti i motivi che mi spingono a continuare. Magari sono cose insignificanti, ma per me sono dei successi non da poco!
– Corro, non veloce, ma prima non correvo affatto.
– Ho una serata a settimana tutta per me.
– Ogni tanto prendo la palla e la cosa fantastica è che non l’ho presa ancora in faccia.
– Sto perdendo la paura di farmi male.
– Mi riesco a toccare la punta dei piedi, quando facciamo stretching. Prima non ci riuscivo. 🤭
– Riesco a fare la doccia con altre ragazze, mentre prima mi sentivo molto inadeguata per il peso. So di non aver raggiunto un mio obiettivo, ma sono più serena 😎.
– Mi costringo, anche quando sono stanca, a non saltare l’allenamento, quindi ad essere costante.
– Mio figlio è fiero di me. Da quando mi alleno, anch’io sono molto più fiera di lui. Prima sottovalutavo la fatica che fa in campo.
– Mi sento parte di una squadra e per me è la prima volta. Non m’importa il colore della maglia, basta averla.
Grazie a chi ci ha creduto anche più me!❤️