OLD 2017 AOSTA 3

OLD: STADE VALDOTAIN vs RUGBY RHO

Aosta, anzi per la precisione Sarre, è oramai un appuntamento fisso per gli OLD del Rugby Rho. 

Dopo la bellissima trasferta dell’anno scorso, ospiti con tutte le categorie degli amici dello Stade Valdotain, anche quest’anno siam tornati sul bellissimo campo valdostano. 

Campo bello, verde e largo, tanto largo, pure troppo per quelle che sono le doti atletiche di velocità e resistenza dell’Old Medio, giocatore non più in erba ma dall’animo ancora giovanile: della serie “la testa pensa di fare una cosa e le gambe fanno l’opposto”.

Partiam però da dove siam partiti noialtri sabato: non usuale ritrovo al Molinello, ma in quel di Lainate, al campo di via Circonvallazione , perché un manipolo di amici di laggiù si aggrega e si offre di organizzare il pullman. Un bel pullman, spazioso, quasi come il campo: troppo! Meglio così, almeno i dolori del ritorno potranno esser alleviati dallo spazio che permette di distender le gambe. 

Il viaggio è tranquillo, una tappa all’autogrill – rigenerante! – e in un paio d’ore e qualche mano di “2”, si arriva a Sarre, appena fuori Aosta. Sul campo dello Stade si stanno allenando i bambini del Mini Rugby, è sabato pomeriggio. Noi ci limitiamo a tastare il terreno, ricoperto di morbida erba, e a constatare che è molto bello, verde, largo. Tanto largo. “Eh, son 70 metri da qua a la”. “Almeno!”. “Forse di di più”. “Va beh ma l’anno scorso avevamo stretto di 5 metri”. Beata ingenuità.

La cronaca dello spogliatoio la tralasciamo. Se non è bello vederle certe cose, in alcuni casi, neppure sentirle.

Mentre negli spogliatoi succede quel che succede, il capitano dello Stade tarda ad arrivare. Ci son dei vitelli da recuperare che, una volta scappati, stanno occupando la provinciale. Lui, comandante della guardia forestale nonché capitano degli Old dello Stade, dovrà spinger via vitelli prima e manzi dopo. Ad ognuno le sue.

Dopo 10 minuti di riscaldamento di entrambe le squadre, più che sufficienti a muover un pò le gambe senza però arrivare al debito d’ossigeno prima della partita, i manzi le squadre vanno a  cominciare. 

Calcio di inizio del Rho. Bella partita. Si, perché è stata divertente. A sprazzi, quando la lucidità ancora lo permette, anche momenti di bel gioco. Ma una cronaca di una partita fatta per giocare, deve rimanere negli occhi e nella mente di chi era li, non come fredda indicazione dei fatti. Ciò non vuol significare che in una partita del genere non ci sia impegno o concentrazione. Solo che il percepito ed il vissuto è bene che rimangano tali e non diventino fredda cronaca. 

C’è chi ha vinto, chi ha perso, chi ha sbagliato , chi ha segnato. Nel limite delle proprie possibilità ma con la voglia di fare il meglio possibile. 

Poi c’è chi è stato premiato. Premiato perché ha meritato. Questo si che va raccontato, mica è da tutti. Vince il premio “Mani di Merda Old Rugby Rho 30 settembre 2017” il nostro più che leggiadro Meniconi! Premio concretizzatosi nel portarsi a casa la borsa con le maglie da gioco da lavare.

Terzo tempo sul laghetto, con qualche goccia di pioggia che solo a fine partita inizia a cadere e poi MUSICA…cioè no, di corsa al pullman. Gli inglesi direbbero trattasi di “misunderstanding” riguardo l’orario di partenza per il rientro a Milano. Gli Old dicono che “non si capisce un beato…” misunderstanding. Insomma, costretti a ripartire per via delle norme su qualche cosa – ma che ne so -, il viaggio di rientro è caratterizzato da una partitona a scopone scientifico giocata da quattro, con il supporto consulenziale di un quinto e un bordello di chiacchiere riguardo all’opportunità di giocare un sette invece di un quattro, di scendere di due e salire di tre. Mah.

Poco dietro invece si hackerano telefonini e, in coda al bus, si consegnano comodini e mobili di mogano.

E’ stata una gioia rincontrare gli amici dello Stade Valdotain, anche se quest’anno l’occasione non è stata il loro Torneo degli anni passati, o la trasferta dell’intero Rugby Rho,  “a noi Old ci è piaciuto”. 

 

RISULTATO

Stade Vadotain – Old Rugby Rho: tutti vivi

 

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