Under 9: Piccoli gorilla nella nebbia

19-12-2021

Questa volta partiamo da fine. L’allenatore Edo, lì di fianco a me tutto sorridente da quando abbiamo finito, mi dice: “La cosa più bella è vedere che quello che gli abbiamo detto agli allenamenti è stato fatto”.

Vaglielo a togliere quel sorriso a Edo, e come puoi dargli torto?

Dico, quando vedi un bimbo che va a terra e non si fa scappare il pallone non è una soddisfazione?

E si chiamano, per occupare lo spazio.

E difendono, eh.

C’è Kieran Reed che mi dice “Eh m’è scappato…” e io gli dico “Va bene, la prossima volta prova a chiudere di più le braccia”. Ti dice sì, c’è un’azione, e via che le braccia si chiudono, e l’avversario cade, e gli urlo bravo così forte che tremano i pali.

Poi c’è l’attacco.

C’è Legolas che mi dice “Hai visto? Sono entrato, l’ho tenuta, poi mi han mollato e allora sono andato in meta… Hai visto che roba?!”. L’ho vista piccolo elfo, e di quelle mete lì ne hai fatte parecchie. Anzi, ho idea che da quando ha capito che le lacrime e lo stare per terra ti fanno sprecare il tempo che potresti usare per fare le mete a Legolas non lo ferma più nessuno.

C’è Totò poi che ha la modalità Robocop. Gli si abbassa il visore ed esiste solo la meta.

“Però con quell’ultima palla lì cosa potevi fare?”

“Eh, passarla.”

Ci lavoreremo, piccolo Robocop.

Poi c’è il tifo.

All’ultima partita Rho grigio tifa per Rho rosso e viceversa. E si gasano a vicenda. C’è SimoNutella che pare Ibra.

E tutti che urlano anche se fa un freddo becco.

Ormai non c’è quasi più gusto, non si lamenta più nessuno.

Che gli frega a loro se fa freddo?

Che gli frega se una volta in autostrada abbiamo visto il sole e capito che eravamo in una conca a Mordor?

Se ne vanno che a vederli sembrano dei piccoli gorilla.

Un branco di piccoli gorilla.

Come piace a noi.

RaSca