Under 9: Tutto tranquillo sotto il sole di Cusago

23-10-2022

No aspetta, sole pochissimo. Diciamo… Tutto tranquillo sotto il cielo, plumbeo, gonfio di pioggia (che però ci ha risparmiato) di Cusago.

Tranquillo cosa direte voi? Beh ripartire ha sempre un suo perché. Può essere difficile o facile, e soprattutto dipende da tante condizioni. Nel nostro caso il “cambio generazionale”, anche se stiamo parlando di nanerottoli alti due mele o poco più (l’avete letta cantando, lo so), può incidere su tanti aspetti, sulle relazioni, sul feeling.

Queste prime settimane molti bambini si sono affacciati sul mondo Under 9 venendo dalla 7. Se state pensando “cosa vuoi che sia?” al prossimo allenamento venite sul campo, vi faccio vedere uno di fianco all’altro P.E. Baracus e Leoncino. Poi mi dite voi “cosa vuoi che sia”.

Perché se ogni stagione ha il suo melone, un cambiamento da 7 a 9 ha un suo peso ed è un momento di quelli importanti. Tanto per chi arriva, quanto per chi c’era già, per i “vecchi” (9 anni, i vecchi, fa molto ridere).

Insomma, i rischi ci sono.

Invece? Invece ecco il titolo: tutto tranquillo.

Il lavoro viene svolto sul campo il mercoledì ed il giovedì sul campo si sente, ed i nostri ragazzi sono già un gruppo affiatato, “essere squadra” arriverà nel corso dell’anno, ma i presupposti ci sono tutti. Piano piano gli equilibri si consolideranno, ma le urla a bordo campo della squadra che non sta giocando per sostenere gli amici che in quel momento giocano si sentono già belle forti.

E non è cosa da poco, nemmeno scontata.

Chiudiamo con le note di giornata, due momenti da ricordare:

C’è un video epico di Legolas e Danny Boy che nel cercare di prendere un avversario finiscono per tirarsi una capocciata (attenuata dai caschetti). Va al rallenty, sembra una di quelle scene da film. Per qualche momento la marca del caschetto di Legolas è rimasta sulla fronte di Danny Boy. Un po’ di stordimento, poi tutti a giocare di nuovo. Sereni, son cresciuti entrambi di mezzo centimetro.

Il piccolo Meriadoc Brandibuck, nel momento in cui ha dovuto affrontare il suo momento della verità è stato molto coraggioso. Per tre volte. Dentro quei tre placcaggi c’è tutta l’essenza di quello che il Rugby (Rho) sta cercando di trasmettere a questi bimbi: anche se uno è il doppio di te, devi essere coraggioso.

Non mi stancherò mai di raccontarlo: a noi sembra un impegno come tanti portare i figli sul campo, ma il modo in cui devono superare quelle difficoltà, l’onestà che questo sport richiede, stanno costruendo gli uomini che saranno.

E voi ve lo immaginate un mondo fatto di uomini coraggiosi?

RaSca